“È un onore accogliere ad Asti e alla Douja d’Or l’Ambassador Douglas Hickey, commissario generale del Padiglione USA all’Expo 2015 di Milano e il dottor Simone Crolla, direttore generale della Camera di commercio Americana in Italia, importanti personalità con le quali intensificare le relazioni economiche e culturali. L’interscambio commerciale tra Asti e gli Stati Uniti d’America è intenso e nello specifico del settore alimentare e bevande nel primo semestre del 2015 abbiamo un incremento sul 2014 di oltre il 17% delle esportazioni in linea con la crescita del Piemonte.
La Douja d’Or segna con la vostra visita un’apertura al mondo in continuo cambiamento con l’America sempre protagonista.”
Questo il saluto di Erminio Renato Goria, Presidente della Camera di Commercio di Asti, al Commissario Generale del Padiglione USA a Milano che in visita straordinaria questa mattina alla Douja d’Or di Asti ha espresso elogi per questa esposizione di vini: “non vedo l’ora di conoscerli tutti” la battuta di Hickey rivolta agli astigiani presenti, guardando gli Oscar Douja esposti.
Crolla e Hickey hanno espresso apprezzamenti per la zona del Monferrato, Langhe e Roero, patrimonio Unesco, confermando forti e storici rapporti economici in crescita e la loro intensificazione grazie all’Expo. “La Camera di commercio americana in Italia è un po’ come se fosse la Confindustria americana in questo paese e rappresenta 1950 aziende americane e tantissime aziende italiane negli USA” ha sottolineato Crolla e la Presidente degli Industriali della Provincia Asti Paola Malabaila ha ricordato la visita organizzata con le scuole di Asti in Expo proprio a partire dal Padiglione dell’America che è piaciuto molto.
Gli ospiti sono stati invitati ad aprire la visita a tutti i Padiglioni dell’Enofila partendo dall’area Vermuth e vini aromatizzati con un aperitivo: l’Americano.








L’Ossolano è la principale espressione casearia dell’estremo nord del Piemonte, prodotto dal latte di vacche nate, allevate e nutrite esclusivamente nelle valli di Anzasca, Antrona, Divedro-Antigorio-Formazza, Isorno e nella Valle Vigezzo, entità geografiche che si aprono nella Val d’Ossola.
Il formaggio “Toma Piemontese”, formaggio prodotto esclusivamente con latte di vacca, ha origini che risalgono all’epoca romana, ma solamente documenti dell’anno mille riportano citazioni che lo identificano precisamente, figurando soprattutto nei “pastus” distribuiti ai poveri o ai lavoratori subalterni, tanto da convalidare l’ipotesi di un suo uso, almeno in questi periodi iniziali, caratteristico dei ceti popolari; pare infatti andassero per la maggiore formaggi particolarmente piccanti e detti “formaggi dei poveri”.
Il Salame Piemonte ha forma cilindrica, o incurvata per le pezzature più piccole, è compatto e di consistenza morbida che deriva dalla breve stagionatura. La fetta si presenta compatta e omogenea di colore rosso rubino. Il profumo è delicato di carne matura stagionata, di vino e di aglio. In particolare, l’aggiunta del vino derivante da uve Barbera, Dolcetto e Nebbiolo conferisce al prodotto un terroir unico e particolare.
La Robiola di Roccaverano, è un formaggio fresco sottoposto a maturazione, o affinato e per la sua produzione si adopera latte crudo intero di capra, di pecora e di vacca, proveniente esclusivamente dall’area di produzione. Le origini risalgono ai Celti che producevano un formaggio simile al prodotto attuale. Con l’avvento dei Romani il formaggio assunse il nome di “rubeola”. Ma l’importanza della “Robiola” venne evidenziata in un manoscritto del 1899, fra le notizie storiche di interesse politico: nel Comune di Roccaverano venivano tenute cinque fiere annue, durante le quali si vendevano per l’esportazione “eccellenti formaggi di Robiole”. L’alimentazione degli ovi-caprini e delle vacche è ottenuta anche dal pascolamento degli animali e dall’utilizzo di foraggi verdi e/o conservati che si ottengono dai prati e prati-pascoli ricchi di numerose piante aromatiche ed officinali. Sono proprio queste specie spontanee di erbe officinali o comunque capaci di avere qualità particolari che costituiscono un alimento di alta qualità per gli allevamenti ovini e caprini, nonché per il bestiame bovino e che con i vari profumi ed aromi fanno assumere alla “Robiola di Roccaverano” una fragranza che lo distingue da ogni altro formaggio.
Il formaggio “Raschera”, formaggio prodotto da latte vaccino, con eventuali aggiunte di latte ovino o caprino è storicamente presente nella provincia di Cuneo e richiama il nome del Lago Rascherà, nell’area prospiciente la zona del Monregalese, da cui si è diffusa la produzione del formaggio che ha conservato le caratteristiche originarie, legate ad una tecnica consolidata.
La «Nocciola del Piemonte» o «Nocciola Piemonte» designa il frutto in guscio, sgusciato o semilavorato della varietà di nocciolo «Tonda Gentile Trilobata » ed ha sapore finissimo e persistente e polpa croccante.
Il formaggio “Murazzano”, formaggio di latte ovino, che può essere integrato con latte vaccino, è storicamente presente nella provincia di Cuneo e richiama il nome del Comune di Murazzano che ne è il centro maggiore di produzione.

Il Castelmagno prende il suo nome dal santuario dedicato a San Magno presente nel comune omonimo. Le origini sono antichissime: le prime forme furono prodotte già nel XII secolo e il primo documento ufficiale che registra la sua esistenza è una sentenza arbitrale in cui il Comune di Castelmagno sconfitto dovette pagare in natura, come canone annuo, forme di formaggio al marchese di Saluzzo.