Ha chiuso i battenti la 53ª edizione del Salone nazionale di vini “Douja d’Or” organizzata dall’Azienda speciale della Camera di commercio di Asti in collaborazione con numerosi partner pubblici e privati: dal 6 al 15 settembre Asti è stata la capitale indiscussa del vino italiano.
Migliaia i visitatori e i turisti che hanno degustato i vini Docg, Docg e Igp del Concorso nazionale “Premio Douja d’Or” abbinati ai piatti della tradizione piemontese o che hanno aderito alle numerose e diversificate proposte enogastronomiche, culturali, musicali e artistiche nelle piazze e nei palazzi storici della città.
“Come enti organizzatori e promotori della Douja d’Or siamo molto orgogliosi dei risultati ottenuti in questi dieci giorni di Douja – commenta il Presidente della Camera di commercio di Asti, Erminio Renato Goria -. Siamo riusciti a fare sistema come territorio, e per questo ringrazio tutti i partner che ci hanno accompagnato in questo viaggio nel gusto, e che ci hanno permesso di presentare una città accogliente, ricca di proposte diversificate ed emozionanti. Asti ha tutte le carte in regola per essere ammirata e apprezzata nel mondo per le sue eccellenze vitivinicole e per la sua tradizione gastronomica. La Douja è il brand di un territorio che genera il 23% dell’export regionale di bevande: nel primo semestre 2019 Asti ha esportato bevande per un valore di quasi 230 milioni, con una variazione del +50,3%. Su questo dobbiamo continuare a puntare: sull’internazionalizzazione dei nostri prodotti e delle nostre aziende. Questa è la strada per far crescere la nostra economia”.
20.460 i calici di vino alzati e venduti al pubblico
Sono stati in tutto 20.460 i calici alzati e venduti nei tre spazi aperti al pubblico (7.962 al banco di degustazione del vini del 47° Concorso enologico nazionale per vini Doc, Docg e Igp di piazza Roma, 7.620 al banco “Piemonte Land alla Douja” di piazza San Secondo e 4.878 alla “Douja del Monferrato” di Palazzo Alfieri).
Nella sola serata di sabato 7 settembre quasi 2.400 persone hanno affollato lo stand in piazza San Secondo con grande soddisfazione del Consorzio.
Exploit per i cocktail di vermouth
I cocktail di vermouth della rassegna di Palazzo Ottolenghi hanno sfiorato il +50%: la performance di questa bevanda che ha saputo rinnovarsi e catturare l’attenzione di un pubblico più giovane ha registrato ben 5.574 degustazioni (nel 2018 ero state 3.720).
Stabili invece i risultati ottenuti dal vermouth in purezza (1.822 degustazioni nel 2019, 1818 nel 2018). In leggera flessione le degustazioni delle grappe in purezza (1.200 degustazioni nel 2019, 1.405 nel 2018), mentre sono cresciute le degustazioni dei cocktail di grappe 623 nel 2019, 586 nel 2018).
In crescita i piatti della Douja del Monferrato a Palazzo Alfieri
Trend in crescita per i piatti salati e dolci – tipici della cucina piemontese – realizzati dall’Agenzia di formazione professionale colline astigiane e serviti a Palazzo Alfieri: 4.617 nel 2019 rispetto ai 4.467 del 2018 (+3,4%).
Assalto alle cantine della Douja, del vermouth e della grappa
Sono state ben 8.292 le bottiglie vendute a Palazzo Ottolenghi tra i vini, vermouth e grappa. Numerosi i visitatori e i turisti che hanno deciso di acquistare uno dei 268 vini Docg, Docg e Igp selezionati all’interno del Concorso nazionale “Premio Douja d’Or” della Camera di commercio di Asti, oppure di lasciarsi conquistare dall’articolata proposta di vermouth e grappe. Da segnalare il +93% nella vendita dei vermouth: un prodotto che ha affascinato e conquistato i numerosi avventori della Cantina.
2.784 i Piatti&Dolci d’Autore: quando il food astigiano fa scuola
La rassegna “Piatto&Dolce d’Autore” realizzata in collaborazione con l’Associazione albergatori e ristoratori astigiani e Confartigianato Asti ha ospitato 2.784 persone (registrando una lieve flessione del 2,83%, concentrata soprattutto nell’ultimo fine settimana della manifestazione): la sede dell’AFP Colline Astigiane ha visto alternarsi tutte le sere rinomati ristoranti e maestri pasticceri e ha impegnato nel servizio di sala i ragazzi della scuola professionale nell’ottica di favorire l’innovazione del rapporto insegnamento-apprendimento. Ad accompagnare i piatti, vini astigiani di eccellenza e ottime grappe.
Buoni risultati per le Serate di assaggio a Palazzo Ottolenghi
Sono stati 396 i partecipanti alle Serate di assaggio a Palazzo Ottolenghi (con protagonisti i vini servizi nel suggestivo Salone degli Specchi) durante le quali si sono susseguiti gli incontri con i produttori e le eccellenze enologiche accompagnate da tipicità gastronomiche del territorio. Tra le serate più seguite, quelle organizzate dall’Azienda speciale della Camera di commercio di Alessandria, dall’Onav, dall’Unione industriale di Asti e dalla Camera di commercio di Cuneo.
Oltre 2 milioni e mezzo di visualizzazioni sulle pagine Facebook di Douja d’Or e Festival delle Sagre
Una Douja d’Or decisamente social ha inondato il web, promuovendosi sia a livello locale che nazionale. Durante le sole due prime settimane di settembre l’attività su Facebook tramite i canali della Douja d’Or ha totalizzato infatti ben 2.638.000 visualizzazioni con oltre 98.000 interazioni con un pubblico virtuale proveniente dai vicini capoluoghi Torino, Milano e Genova, ma con numerose presenze anche da altre Regioni così come dall’estero.
Ha contribuito a questo risultato anche la presenza di una decina di influencer, partner della Douja d’Or, tra cui il video di Casa Surace pubblicato per l’ultimo weekend del 14 e 15 settembre intitolato #LaVitaèUnSagrificio, che ha generato da solo in breve oltre 76.000 visualizzazioni e più di 1.500 condivisioni social. Tantissimi i visitatori che hanno voluto raccontare l’esperienza vissuta condividendo centinaia di foto e stories con gli hashtag ufficiali #doujador e #festivaldellesagre. Un altro contenuto apprezzato e condiviso online è stato il racconto di Vittorio Sgarbi, che ha presentato in anteprima la mostra “Monet e gli Impressionisti in Normandia” inaugurata a Palazzo Mazzetti.
L’Ossolano è la principale espressione casearia dell’estremo nord del Piemonte, prodotto dal latte di vacche nate, allevate e nutrite esclusivamente nelle valli di Anzasca, Antrona, Divedro-Antigorio-Formazza, Isorno e nella Valle Vigezzo, entità geografiche che si aprono nella Val d’Ossola.
Il formaggio “Toma Piemontese”, formaggio prodotto esclusivamente con latte di vacca, ha origini che risalgono all’epoca romana, ma solamente documenti dell’anno mille riportano citazioni che lo identificano precisamente, figurando soprattutto nei “pastus” distribuiti ai poveri o ai lavoratori subalterni, tanto da convalidare l’ipotesi di un suo uso, almeno in questi periodi iniziali, caratteristico dei ceti popolari; pare infatti andassero per la maggiore formaggi particolarmente piccanti e detti “formaggi dei poveri”.
Il Salame Piemonte ha forma cilindrica, o incurvata per le pezzature più piccole, è compatto e di consistenza morbida che deriva dalla breve stagionatura. La fetta si presenta compatta e omogenea di colore rosso rubino. Il profumo è delicato di carne matura stagionata, di vino e di aglio. In particolare, l’aggiunta del vino derivante da uve Barbera, Dolcetto e Nebbiolo conferisce al prodotto un terroir unico e particolare.
La Robiola di Roccaverano, è un formaggio fresco sottoposto a maturazione, o affinato e per la sua produzione si adopera latte crudo intero di capra, di pecora e di vacca, proveniente esclusivamente dall’area di produzione. Le origini risalgono ai Celti che producevano un formaggio simile al prodotto attuale. Con l’avvento dei Romani il formaggio assunse il nome di “rubeola”. Ma l’importanza della “Robiola” venne evidenziata in un manoscritto del 1899, fra le notizie storiche di interesse politico: nel Comune di Roccaverano venivano tenute cinque fiere annue, durante le quali si vendevano per l’esportazione “eccellenti formaggi di Robiole”. L’alimentazione degli ovi-caprini e delle vacche è ottenuta anche dal pascolamento degli animali e dall’utilizzo di foraggi verdi e/o conservati che si ottengono dai prati e prati-pascoli ricchi di numerose piante aromatiche ed officinali. Sono proprio queste specie spontanee di erbe officinali o comunque capaci di avere qualità particolari che costituiscono un alimento di alta qualità per gli allevamenti ovini e caprini, nonché per il bestiame bovino e che con i vari profumi ed aromi fanno assumere alla “Robiola di Roccaverano” una fragranza che lo distingue da ogni altro formaggio.
Il formaggio “Raschera”, formaggio prodotto da latte vaccino, con eventuali aggiunte di latte ovino o caprino è storicamente presente nella provincia di Cuneo e richiama il nome del Lago Rascherà, nell’area prospiciente la zona del Monregalese, da cui si è diffusa la produzione del formaggio che ha conservato le caratteristiche originarie, legate ad una tecnica consolidata.
La «Nocciola del Piemonte» o «Nocciola Piemonte» designa il frutto in guscio, sgusciato o semilavorato della varietà di nocciolo «Tonda Gentile Trilobata » ed ha sapore finissimo e persistente e polpa croccante.
Il formaggio “Murazzano”, formaggio di latte ovino, che può essere integrato con latte vaccino, è storicamente presente nella provincia di Cuneo e richiama il nome del Comune di Murazzano che ne è il centro maggiore di produzione.

Il Castelmagno prende il suo nome dal santuario dedicato a San Magno presente nel comune omonimo. Le origini sono antichissime: le prime forme furono prodotte già nel XII secolo e il primo documento ufficiale che registra la sua esistenza è una sentenza arbitrale in cui il Comune di Castelmagno sconfitto dovette pagare in natura, come canone annuo, forme di formaggio al marchese di Saluzzo.