Al via il 46° Festival delle Sagre Astigiane, organizzato dall’Azienda speciale della Camera di commercio di Asti e inaugurato in piazza Campo del Palio questa sera, sabato 7 settembre, davanti alla casetta della Camera di commercio di Asti, con la Fanfara dei Bersaglieri di Asti Roberto Lavezzeri e con la successiva apertura al pubblico degli stand dalle 18.30 alle 23.30.
“Il Festival delle Sagre astigiane è diventato un appuntamento imperdibile per gli amanti della buona cucina e dei piatti tipici della cucina piemontese, ma anche per i semplici curiosi. Sono centinaia di migliaia le persone che ogni anno, attratte da una manifestazione unica nel suo genere, accorrono ad Asti per respirare le atmosfere di un mondo antico: quello contadino tra Otto e Novecento. Durante le Sagre riscopriamo le nostre radici, riviviamo la nostra storia” ha commentato il Presidente della Camera di commercio di Asti Erminio Renato Goria.
Domenica 8 settembre, a partire dalle 9.15 da via Cavour (zona Stazione), si terrà la consueta sfilata storica nelle vie cittadine animata da 3mila figuranti in costumi d’epoca, a piedi, sui carri trainati dai buoi e dai trattori “a testa calda”.
Ogni paese, con la sua pro loco, metterà in scena il lavoro nei campi, i mestieri, le feste contadine e i riti religiosi, dalla vendemmia al battesimo, dalla battitura del grano alla festa di leva. La sfilata terminerà verso le 12.30 in piazza Campo del Palio, dove (a partire dalle 11.30 e fino alle 22) le casette disegneranno i confini del più grande ristorante d’Italia a cielo aperto che ospiterà buongustai provenienti dall’Italia e dall’estero.
Un momento di festa e condivisione per assaporare tutte le specialità della cucina astigiana abbinata a un vino d’eccellenza. La piazza ospiterà 41 casette, una per ciascuna pro-loco, in cui verranno serviti i gustosissimi piatti della cucina tradizionale piemontese abbinati, per il primo anno, a vini Doc e Docg del territorio astigiano.
I piatti sono 75, divisi tra antipasti, primi, secondi e dolci. Solo ed esclusivamente ricette tradizionali, tramandate di generazione in generazione e cucinate con materia prima di territorio. Agnolotti, risotti, tagliatelle e polente negli abbinamenti più vari. I grandi secondi della tradizioni monferrina: bolliti, fritto misto, bagna cauda e tanti piatti ormai scomparsi dal menu dei ristoranti: come la “puccia” (soffice polenta sciolta nel minestrone di fagioli e condita con burro e formaggio) o il “baciuà”, lo zampino di maiale lessato, aromatizzato nell’aceto e fritto. Le proposte dolci sono normalmente più di trenta: dalle creme ai biscotti, dal bunet alle torte “alla moda di un tempo”.
Per questioni di sicurezza è vietato introdurre nel Villaggio vetro, lattine e oggetti ingombranti (tavoli, sedie…). Sono state realizzate all’interno del Villaggio corsie preferenziali per i mezzi di soccorso che saranno presidiate. Nella piazza sono presenti postazioni dei vigili del fuoco, del pronto soccorso sanitario e della polizia, alle quali è possibile rivolgersi ed è consentito il solo attraversamento pedonale. Info su navette e treni speciali su www.doujador.it
Festival delle Sagre sempre più sociale e responsabile
Per continuare il processo di valorizzazione della Barbera d’Asti Docg, senza dimenticare un valore essenziale quale la solidarietà, anche quest’anno grazie ad AISLA-Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica anche le persone con diverse disabilità potranno partecipare al Festival delle Sagre, attraverso uno stand dedicato e l’assistenza da parte di volontari dedicati.
Prosegue anche l’impegno del Festival a favore dell’ambiente. Da anni l’evento ha abolito l’utilizzo della plastica: tutte le posate, i piatti e i bicchieri utilizzati sono, infatti, biocompostabili.
Casa Surace in scena al Festival delle Sagre
Casa Surace è una casa di produzione video con più di 4 milioni di fans tra Facebook, Instagram e YouTube, che insieme a Discovery Italia Srl e il loro canale FoodNetwork, sta portando avanti un progetto estivo sulle sagre e gli eventi più belli e interessanti d’Italia. Tra le otto sagre scelte per questo progetto è previsto anche il “46° Festival delle Sagre di Astigiane” ad Asti l’8 settembre, alla quale parteciperanno gli attori di Casa Surace che interagiranno con la gente del posto e racconteranno i luoghi e le tradizioni del territorio, nello stile comico e familiare tipico di Casa Surace.
La Confraternita dei Cavalieri delle terre di Asti e del Monferrato premia la pro loco
vincitrice della sfilata delle sagre
Per il 46° Festival delle Sagre Astigiane l’Ordine dei Cavalieri delle Terre di Asti e del Monferrato –
Confraternita nata nel 1970 da un’idea di Giovanni Borello, allora Presidente della Camera di
commercio di Asti – premia costumi e tradizioni rappresentate nella sfilata per le vie di Asti con 500
euro donate alla pro loco prima classificata.
“Conservare ed esaltare gli usi e la conoscenza della nostra storia di civiltà contadina è per noi Cavalieri – dichiara Giuseppe Bracciale, Presidente dell’Ordine – un compito statutario oltre che un onore. La Camera di commercio di Asti agevola un percorso di incontro tra le generazioni e noi, che indossiamo il mantello del territorio, vogliamo incentivare le fatiche e le ricerche storiche dei paesi impegnati nel rappresentare un’Italia dai valori semplici e duraturi. Il nostro è un grazie agli attori interpreti della vita del nostro Monferrato”.
La storia del Festival delle Sagre
Il Festival delle Sagre di Asti prende il via nel 1974 da un’idea di Giovanni Borello, l’allora Presidente della Camera di commercio, nell’ambito della Douja d’Or, con l’intento di conferire a quello che era essenzialmente un concorso enologico un momento di festa e condivisione, per tutti. Fu in particolare l’aspetto gastronomico della sagra, la festa del paese, che solleticò la fantasia degli organizzatori: riuscire a riunire in un giorno le più genuine specialità della cucina campagnola e proporle ai cittadini perché riscoprissero, attraverso quei sapori resuscitati, un folklore da non dimenticare. Il Festival fu subito un grande successo. Si avvertì allora l’esigenza di conferirgli anche un profilo culturale e una precisa identità.
Si pensò di esaltare, in ogni possibile aspetto, i valori di una civiltà che si andava ingiustamente sottovalutando e di cui gli astigiani erano figli: la civiltà contadina che, complice il boom industriale, stava vivendo un momento difficile e si stava estinguendo, con la conseguente perdita di tradizioni, usi e costumi assolutamente da preservare.
Gli inizi furono tormentati e difficili, ma le idee degli organizzatori erano chiare e ben precise nella loro linearità e finirono per affermarsi. Fu così che, dopo quattro anni, venne istituita la sfilata che si svolge ancora oggi nella mattinata della domenica.
Per rendere la manifestazione sempre più palpitante e interessante, nel 1978 si pensò di istituire, nell’ambito del Festival stesso, un Trofeo (e successivamente nel 1992 un Super Trofeo) che ponesse in competizione fra loro le numerose pro loco partecipanti, facendo leva, in senso sportivo e leale, sul campanilismo acceso che da sempre divide i vari paesi, allo scopo di designare la pro loco dell’anno, cioè la migliore, per rappresentare Asti e la sua cultura enogastronomica e folkloristica.
Le pro loco che animano il Festival furono così chiamate, sotto l’imparziale giudizio di accreditate commissioni di esperti, a cimentarsi in cinque prove: la sfilata, l’allestimento della casetta, la cucina e il vino, l’accuratezza del servizio e il rapporto fra il prezzo, la quantità e la qualità del prodotto gastronomico offerto, contribuendo a saldare efficacemente i due momenti fondamentali della singolare kermesse: quello dello spettacolo, della ricerca e della proposta culturale, con quello rivolto alla tutela del numerosissimo pubblico che cresce sempre più diventando più esigente.
Nel 1988 il Festival lasciò Piazza Alfieri per approdare nella più comoda e spaziosa Piazza Campo del Palio, in cui fu possibile provare l’esperimento dell’anteprima del sabato sera. Inizialmente furono 12 le pro loco partecipanti, l’anno dopo 24 e il terzo anno, visto il grande successo, tutte.
Con l’edizione del 2000 arrivò la svolta green: si iniziò a sperimentare l’utilizzo di piatti di ceramica
per abolire la plastica dalla piazza. Il vero successo in questo senso si raggiunse poi con l’edizione
2001, quando si passò ai piatti di carta, a posate di legno e bicchieri di vetro.
Dall’edizione del 2004 il villaggio del Festival delle Sagre si estende a tutta piazza del Campo,
offrendo maggiori spazi e comodità alle migliaia di visitatori partecipanti.