I sapori autentici di Asti e del Monferrato: un viaggio culinario
La cucina astigiana e monferrina è un vero inno alla tradizione e ai sapori autentici del Piemonte, un viaggio gastronomico che affonda le radici nella ricchezza del territorio e nella sapienza contadina. Un ingrediente d’eccellenza che arricchisce molti piatti è il tartufo: il pregiato Tartufo Bianco d’Alba è protagonista indiscusso nel periodo autunnale e invernale, mentre il Tartufo Nero Estivo o Uncinato profuma le tavole in primavera ed estate.
Ecco alcuni dei piatti simbolo e imperdibili
Il pasto inizia con proposte ricche di gusto che attingono nella grande vocazione agricola del territorio. Le carni sono sempre ottime e servono per preparare piatti classici e intramontabili come il Vitello Tonnato (fette di vitello lesse, tenerissime, ricoperte da una squisita salsa a base di tonno, capperi e maionese). Imperdibile anche la Carne Cruda all’Albese, carne di fassone freschissima, battuta finemente al coltello e condita con un filo d’olio, sale e limone, spesso impreziosita da scaglie di tartufo. Per chi non ama la carne il carrello degli antipasti propone una ricca varietà di piatti realizzati con le prelibatezze degli orti che si dipanano lungo la valle del Tanaro: dai pregiatissimi peperoni quadrati di Motta, che vengono serviti con un delizioso bagnet, ai cardi gobbi e ai flan realizzati rigorosamente con le verdure di stagione.
I primi sono il cuore della tradizione piemontese. Gli Agnolotti sono una pasta fresca ripiena, con numerose varianti locali come gli agnolotti d’asino o quelli “al plin”, piccoli e pizzicati a mano, spesso serviti con sugo d’arrosto o burro e salvia. I Tajarin, sottilissime tagliatelle all’uovo, sono perfetti con ragù di carne, funghi o, naturalmente, lamelle di tartufo. Non mancano Risotti saporiti, come il risotto al tartufo, e gli Gnocchi, spesso conditi con ricchi sughi di carne o formaggi locali.
Tra i secondi altri capisaldi sono il Gran Bollito Misto alla Piemontese, un trionfo di tagli di carne bollite, accompagnate da salse verdi e rosse. La Finanziera è un piatto antico e saporito a base di frattaglie di vitello, cotte in umido con funghi e tartufi. Il Fritto Misto alla Piemontese offre una golosa varietà di carni, verdure e dolci fritti.
Una nota a parte merita la celebre Bagna Càuda è un rito conviviale: una salsa calda e avvolgente a base di aglio, acciughe e olio extravergine, in cui intingere verdure fresche e cotte. La sua importanza è tale che viene celebrata ogni anno con il Bagna Càuda Day, un evento diffuso che si svolge tra novembre e gennaio, richiamando appassionati da ogni dove per gustare questo rito culinario (per maggiori informazioni, puoi visitare bagnacaudaday.it).
Per concludere in dolcezza, il Bonet è un budino al cioccolato e amaretti, spesso con un tocco di rum o brandy. La Torta di Nocciole è un classico della pasticceria locale, fatta con la pregiata Nocciola Tonda Gentile Piemonte. Tipica della città è anche la Torta del Palio, preparata in occasione della storica corsa, e la Polentina Astigiana, una torta morbida a base di farina di frumento, zucchero, uova, burro di mandorle e uvetta. E che dire dei biscotti? Dai Brut Ma Bun agli Amaretti di Mombaruzzo, passando per i Baci di Dama e altre piccole prelibatezze della tradizione sono tantissime e gustosissime le tentazioni per il palato da assaporare sempre in abbinamento con i grandi vini di queste terre!
L’Ossolano è la principale espressione casearia dell’estremo nord del Piemonte, prodotto dal latte di vacche nate, allevate e nutrite esclusivamente nelle valli di Anzasca, Antrona, Divedro-Antigorio-Formazza, Isorno e nella Valle Vigezzo, entità geografiche che si aprono nella Val d’Ossola.
Il formaggio “Toma Piemontese”, formaggio prodotto esclusivamente con latte di vacca, ha origini che risalgono all’epoca romana, ma solamente documenti dell’anno mille riportano citazioni che lo identificano precisamente, figurando soprattutto nei “pastus” distribuiti ai poveri o ai lavoratori subalterni, tanto da convalidare l’ipotesi di un suo uso, almeno in questi periodi iniziali, caratteristico dei ceti popolari; pare infatti andassero per la maggiore formaggi particolarmente piccanti e detti “formaggi dei poveri”.
Il Salame Piemonte ha forma cilindrica, o incurvata per le pezzature più piccole, è compatto e di consistenza morbida che deriva dalla breve stagionatura. La fetta si presenta compatta e omogenea di colore rosso rubino. Il profumo è delicato di carne matura stagionata, di vino e di aglio. In particolare, l’aggiunta del vino derivante da uve Barbera, Dolcetto e Nebbiolo conferisce al prodotto un terroir unico e particolare.
La Robiola di Roccaverano, è un formaggio fresco sottoposto a maturazione, o affinato e per la sua produzione si adopera latte crudo intero di capra, di pecora e di vacca, proveniente esclusivamente dall’area di produzione. Le origini risalgono ai Celti che producevano un formaggio simile al prodotto attuale. Con l’avvento dei Romani il formaggio assunse il nome di “rubeola”. Ma l’importanza della “Robiola” venne evidenziata in un manoscritto del 1899, fra le notizie storiche di interesse politico: nel Comune di Roccaverano venivano tenute cinque fiere annue, durante le quali si vendevano per l’esportazione “eccellenti formaggi di Robiole”. L’alimentazione degli ovi-caprini e delle vacche è ottenuta anche dal pascolamento degli animali e dall’utilizzo di foraggi verdi e/o conservati che si ottengono dai prati e prati-pascoli ricchi di numerose piante aromatiche ed officinali. Sono proprio queste specie spontanee di erbe officinali o comunque capaci di avere qualità particolari che costituiscono un alimento di alta qualità per gli allevamenti ovini e caprini, nonché per il bestiame bovino e che con i vari profumi ed aromi fanno assumere alla “Robiola di Roccaverano” una fragranza che lo distingue da ogni altro formaggio.
Il formaggio “Raschera”, formaggio prodotto da latte vaccino, con eventuali aggiunte di latte ovino o caprino è storicamente presente nella provincia di Cuneo e richiama il nome del Lago Rascherà, nell’area prospiciente la zona del Monregalese, da cui si è diffusa la produzione del formaggio che ha conservato le caratteristiche originarie, legate ad una tecnica consolidata.
La «Nocciola del Piemonte» o «Nocciola Piemonte» designa il frutto in guscio, sgusciato o semilavorato della varietà di nocciolo «Tonda Gentile Trilobata » ed ha sapore finissimo e persistente e polpa croccante.
Il formaggio “Murazzano”, formaggio di latte ovino, che può essere integrato con latte vaccino, è storicamente presente nella provincia di Cuneo e richiama il nome del Comune di Murazzano che ne è il centro maggiore di produzione.

Il Castelmagno prende il suo nome dal santuario dedicato a San Magno presente nel comune omonimo. Le origini sono antichissime: le prime forme furono prodotte già nel XII secolo e il primo documento ufficiale che registra la sua esistenza è una sentenza arbitrale in cui il Comune di Castelmagno sconfitto dovette pagare in natura, come canone annuo, forme di formaggio al marchese di Saluzzo.