Programma 44° Festival delle Sagre – 10 Settembre 2017

ESTATE

CALLIANETTO: il ciclo della canapa.
Gran fritto misto di Callianetto.
Tortino ‘d Gianduja.

MOTTA DI COSTIGLIOLE: il peperone  quadrato d’Asti: dalla terra alla tavola.
Gran “bagna càuda” con peperoni e verdure di stagione.
Involtino di peperone (con ripieno di tonno, burro, acciughe e capperi).

SAN DAMIANO: la festa ‘d San Roc.
Salsiccia alla Barbera d’Asti.
Canestrelli di San Damiano.

COSTIGLIOLE: per grazia ricevuta.
Ravioli con il “plin”.
Bunèt di Costigliole.

PORTACOMARO: ‘l balun a brassal (l’antico gioco del pallone col bracciale)
Gran fritto misto di Portacomaro.
Torta di castagne.

CALLIANO: la fonte solforosa della Pirenta.
Agnolotti d’asino.
Salamini d’asino.

MONTEGROSSO:  il ritorno della campana a Montegrosso.
“Cisrà” minestra di ceci con costine.
Panfritto con salumi del Monferrato.

MONGARDINO: ‘l martinèt (il maglio) d’ Mungardìn e l’antica fabbricazione degli attrezzi agricoli.
Risotto alla Barbera d’Asti.
Antico “mun” (mattone dolce).

QUARTO: la corsa degli asini.
Tagliatelle al sugo di cinghiale.
Rotolo al cacao con nocciole.

VARIGLIE: la pesca limonina: coltivazione, raccolta e conservazione.
Pan marià (pane raffermo, passato nell’uovo e fritto).
Friciulin (frittini) di riso.

AUTUNNO

VILLAFRANCA: la festa di leva.
Tagliatelle ai funghi porcini.
“Bunèt” al cioccolato.

CUNICO: la vinificazione.
Gnocchi alla Cunichese.

SAN MARZANOTTO: i due San Marziano: quello della Chiesa e quello della pentola.
Polenta arrostita sulla brace con salsiccia e peperonata.
Lardo macinato, insaporito e spalmato sul pane.

CASABlANCA: ‘l carbùn d’na vira (taglio e commercio della legna).
Polenta fritta con gorgonzola.
Salame dolce di Casabianca.

CATERINA DI ROCCA D’ARAZZO: quando ci si faceva male.
Agnolotti al sugo di carne.
Antico “bodino” di Casa Savoia”.

ANTIGNANO:  l’esodo dalla campagna verso la fabbrica negli anni ’50.
Tajarin di mais 8 file al sugo di salsiccia.
Crostata di mais con confettura di ciliegie.

CASTELLO DI ANNONE: la 1* fiera dell’artigianato e le feste settembrine del 1932.
Lasagnette della vigilia (condite con bagna cauda).
Torta dell’abbondanza.

BOGLIETTO DI COSTIGLIOLE: la distilleria: dal grappolo alla grappa.
Taglierini fatti in casa conditi con sugo di carne.
Pesche al Moscato d’Asti.

AZZANO: quando ad emigrare eravamo noi.. ..sogni, speranze, disperazione verso “la Merica”.
Risotto ai funghi.
Il dolce dell’Abbazia.

VALENZANI: San Martin del masuè (il San Martino del mezzadro).
Polenta con bocconcini di cinghiale.
Salamini di cinghiale.

ROCCHETTA TANARO: la scuola di ricamo e gli antichi mestieri all’ombra del castello.
Rustica ai formaggi.
Friciulin (frittelle) di patate.

PALUCCO: l’aratro nel tempo.
Lingua in salsa verde.
“Friciö” (frittelle dolci del contadino).

VILLANOVA: la gallina bionda ed altri animali da cortile alla fiera di Santa Caterina.
Vitello tonnato.
Pesche ripiene al cioccolato.

CASTELLERO: la nocciola, principale risorsa economica della vita contadina di un tempo.
“Fundent” (fondenti di nocciole).
Croccanti di nocciole.

SERRAVALLE: la zucca nella vita: tradizione e cultura contadina.
Tonno di coniglio.
Torta di zucca.

INVERNO

VIARIGI: finalmente il rimedio alla filossera: l’innesto.
Agnolotti alla moda di Viarigi conditi con sugo di arrosto

CELLARENGO: il ciclo del legno: taglio, contrattazione e lavorazione.
Tinche in carpione.
Trippa calda con cipolle (biséca).

ISOLA D’ASTI: “el ginìch e la galaverna” (il freddo e il gelo).
Baciuà (soffice zampino di maiale lessato, posto sotto aceto aromatizzato, impanato e fritto in padella) con bagnetto.
Frittura di lumache.

CORTAZZONE: “el bal ëd l’ors” (il ballo dell’orso): riti carnevaleschi nelle campagne astigiane.
Tagliatelle all’uovo con tartufo.
Focaccia di mele.

CESSOLE: la castagna: raccolta, essiccatura e battitura.
Frittelle salate alla campagnola.

MONCALVO: la fiera del bue grasso.
Sontuoso bollito misto di Moncalvo.
Panna cotta.

REVIGNANO: andùma a viè (la veglia nella stalla).

Zabaglione al Moscato d’Asti.
Bunèt della nonna.

CANTARAN A: “dai magnin alla ciapèta”: dall’antico mestiere di stagnino al carnevale Cantaranese.
Cotechino con purea di ceci.
Tomini elettrici (formaggio fresco di latte vaccino condito con salsa di prezzemolo, aglio, olio e peperoncino).

PRIMAVERA

REVIGLIASCO: le ciliegie: la fioritura, la raccolta, il mercato.
Stufato di vitellone piemontese alla Barbera d’Asti con polenta.

SESSANT: quando la campanella dell’asilo suonava a Sessant.
Carne cruda all’Astigiana.
Torta di pane.

CORSIONE: al forno come una volta.
Torta di mele.

MONTIGLIO  MONFERRATO:  l’acqua elemento essenziale di vita e di lavoro nel Monferrato agli inizi del ‘900.
Uova al tegamino con tartufo e polenta.
Torta di nocciole.

GRAZZANO BADOGLIO: la processione del venerdì santo.
“Soma d’aj” con uva.
Pane arrostito con pomodoro e uva.

NIZZA MONFERRATO:  Nizza Monferrato: terra di botti e di vino.
“Belecauda” (farinata di ceci).

MONTECHIARO: le sarte di Montechiaro.
Risotto con tartufo.
Crema dolce in pasta sfoglia.

MONASTERO BORMIDA: il polentonissimo di Monastero Bormida.
“Puccia” di Monastero (soffice polenta sciolta nel minestrone di fagioli condita con burro e formaggio).
Robiola di Roccaverano con pane cotto nel forno a legna e mostarda di uva Moscato.