Asti e la Douja d’Or: sempre in totale equilibrio.
Asti ha una storia antica. Lo si percepisce da subito camminando fra le strette e tortuose vie del suo centro. La città nasce con il nome di Hasta come “municipium” romano nel 122 a.C., fino a essere riconosciuta Libero Comune di Asti nel 1095 con il diritto di battere moneta, ed essere poi investita dalle brame delle grandi famiglie europee che si sono contese il suo controllo per secoli, per poi ritornare stabilmente parte dei territori dei Savoia dopo la Restaurazione e unire la sua storia a quella del resto d’Italia.
Al centro delle vie di comunicazione fra Genova e i mercati d’Oltralpe, Asti, sviluppa rapidamente una forte vocazione commerciale. Tra il XII e il XIII secolo, in particolare, i mercanti di Asti ottengono grande successo e sviluppano il sistema delle “casane”, un sistema di credito in cui gli Astesi si facevano dare in pegno terre e castelli, concedendo in cambio prestiti di denaro.
Asti è anche la sede storica della Douja d’Or, del Festival delle Sagre e del Palio di Asti, uno dei più antichi d’Italia.

Un gioiello ricco di storia, un territorio di sapere e cultura.
La città di Asti è un piccolo gioiello per gli appassionati di architettura medievale, arte religiosa e musei di nicchia. Città delle torri, questi simboli del potere di altri tempi si elevano come vestigia del passato nel tessuto cittadino. La Torre Rossa, testimonianza dell’Asti romana, la Torre Troyana, la più alta torre medievale del Piemonte, la Torre Comentina, che con la Trojana è l’unica torre ad aver mantenuto l’altezza originale, per nominarne solo alcune… La Cattedrale dedicata all’Assunta, del XIII-XIV secolo, è uno spettacolare esempio di gotico del Piemonte. Da non perdere anche il Museo e la Cripta di Sant’Anastasio, il Museo Paleontologico, il Complesso di San Pietro, il Museo Diocesano di San Giovanni, la Collegiata di San Secondo e a chiesa barocca di San Martino.
Per coloro che volessero scoprire di più sui cimeli e beni artistici conservati in città, si consiglia la visita almeno al Museo Civico di Palazzo Mazzetti, a Palazzo Ottolenghi e al Museo del Risorgimento, al Museo del Palio e al Museo degli Arazzi Scassa. La Domus Romana del I secolo d.C. conserva il prezioso mosaico che decorava il pavimento del triclinium , ovvero la sala da pranzo di questa abitazione. Infine, è anche visitabile Palazzo Alfieri, casa natale del celebre poeta Vittorio Alfieri (che nacque qui il 16 gennaio 1749), ma anche la sede del Centro di Studi Alfieriani e della Fondazione Eugenio Guglielminetti.

Per i visitatori che volessero ampliare il raggio d’azione, tutto il Monferrato offre un’ampia proposta culturale, essendo un territorio ricco di arte e storia. Da non perdere le splendide cittadine di Canelli, sede di tante aziende storiche del vino di Asti, Nizza Monferrato, che si è recentemente separata dalla denominazione Barbera d’Asti ottenendo la DOCG e si è subito distinta per riconoscimenti internazionali, Moncalvo, prima capitale del Marchesato del Monferrato, Agliano Terme, rinomata per il suo bel centro storico e le sue terme. Infine, non dimenticate di visitare Santa Maria di Vezzolano ad Albugnano, un complesso abbaziale simbolo dell’architettura romanica del Piemonte, costituito da chiesa, chiostro con i suggestivi affreschi, sala capitolare e foresteria.
E il periodo migliore per visitare questo meraviglioso patrimonio è durante la Douja d’Or!
L’Ossolano è la principale espressione casearia dell’estremo nord del Piemonte, prodotto dal latte di vacche nate, allevate e nutrite esclusivamente nelle valli di Anzasca, Antrona, Divedro-Antigorio-Formazza, Isorno e nella Valle Vigezzo, entità geografiche che si aprono nella Val d’Ossola.
Il formaggio “Toma Piemontese”, formaggio prodotto esclusivamente con latte di vacca, ha origini che risalgono all’epoca romana, ma solamente documenti dell’anno mille riportano citazioni che lo identificano precisamente, figurando soprattutto nei “pastus” distribuiti ai poveri o ai lavoratori subalterni, tanto da convalidare l’ipotesi di un suo uso, almeno in questi periodi iniziali, caratteristico dei ceti popolari; pare infatti andassero per la maggiore formaggi particolarmente piccanti e detti “formaggi dei poveri”.
Il Salame Piemonte ha forma cilindrica, o incurvata per le pezzature più piccole, è compatto e di consistenza morbida che deriva dalla breve stagionatura. La fetta si presenta compatta e omogenea di colore rosso rubino. Il profumo è delicato di carne matura stagionata, di vino e di aglio. In particolare, l’aggiunta del vino derivante da uve Barbera, Dolcetto e Nebbiolo conferisce al prodotto un terroir unico e particolare.
La Robiola di Roccaverano, è un formaggio fresco sottoposto a maturazione, o affinato e per la sua produzione si adopera latte crudo intero di capra, di pecora e di vacca, proveniente esclusivamente dall’area di produzione. Le origini risalgono ai Celti che producevano un formaggio simile al prodotto attuale. Con l’avvento dei Romani il formaggio assunse il nome di “rubeola”. Ma l’importanza della “Robiola” venne evidenziata in un manoscritto del 1899, fra le notizie storiche di interesse politico: nel Comune di Roccaverano venivano tenute cinque fiere annue, durante le quali si vendevano per l’esportazione “eccellenti formaggi di Robiole”. L’alimentazione degli ovi-caprini e delle vacche è ottenuta anche dal pascolamento degli animali e dall’utilizzo di foraggi verdi e/o conservati che si ottengono dai prati e prati-pascoli ricchi di numerose piante aromatiche ed officinali. Sono proprio queste specie spontanee di erbe officinali o comunque capaci di avere qualità particolari che costituiscono un alimento di alta qualità per gli allevamenti ovini e caprini, nonché per il bestiame bovino e che con i vari profumi ed aromi fanno assumere alla “Robiola di Roccaverano” una fragranza che lo distingue da ogni altro formaggio.
Il formaggio “Raschera”, formaggio prodotto da latte vaccino, con eventuali aggiunte di latte ovino o caprino è storicamente presente nella provincia di Cuneo e richiama il nome del Lago Rascherà, nell’area prospiciente la zona del Monregalese, da cui si è diffusa la produzione del formaggio che ha conservato le caratteristiche originarie, legate ad una tecnica consolidata.
La «Nocciola del Piemonte» o «Nocciola Piemonte» designa il frutto in guscio, sgusciato o semilavorato della varietà di nocciolo «Tonda Gentile Trilobata » ed ha sapore finissimo e persistente e polpa croccante.
Il formaggio “Murazzano”, formaggio di latte ovino, che può essere integrato con latte vaccino, è storicamente presente nella provincia di Cuneo e richiama il nome del Comune di Murazzano che ne è il centro maggiore di produzione.

Il Castelmagno prende il suo nome dal santuario dedicato a San Magno presente nel comune omonimo. Le origini sono antichissime: le prime forme furono prodotte già nel XII secolo e il primo documento ufficiale che registra la sua esistenza è una sentenza arbitrale in cui il Comune di Castelmagno sconfitto dovette pagare in natura, come canone annuo, forme di formaggio al marchese di Saluzzo.